N’ayant pu me corrompre ils m’ont assassiné
Devo difendermi da quell’immaginazione che collega le stelle tra di loro, come i punti di una vignetta enigmistica, e fa dire “l’Orsa!” o “il Carro!”, mentre tutto nella realtà è staccato, disunito, non messo lì per assomigliare a qualche cosa.
Daniele Del Giudice, Nel museo di Reims
Simurgh
La trama
Nel secondo cortile
la fontanella gocciola periodica,
fatale come la morte di Cesare.
Entrambe fili della trama che abbraccia
il cerchio senza fine né principio,
l’ancora del fenicio,
il primo lupo e il primo agnello,
la data della mia morte
e il teorema perduto di Fermat.
Tale trama di ferro
gli stoici la intuirono di un fuoco
che muore e nasce come la Fenice.
E’ il grande albero delle cause
e dei ramificati effetti;
ha nelle foglie di Roma e la Caldea
e ciò che vedono i volti di Giano.
L’universo è uno dei suoi nomi.
Nessuno lo ha mai visto
e nessun uomo può vedere altro.
J. L. Borges
Primi lampioni
Esco alla notte
contro gli amici lampioni.
Son gli occhi dei nuovi mostri terreni. Sfavillano
la luce ignota a’ miei avi. Mi fan l’aria moderna
onde questo respiro d’uomo semplice
diventa verso libero di poeta complesso.
Amo le ombre lunghe a sbarra dei lampioni
e vi cammino con piedi sicuri e sogni di vertigine
come l’equilibrista sul filo teso al precipizio.
E più amo i fogliami d’alberi del viale
che la luce elettrica dipinge ad acquerello
sul cartone prolisso dei lastricati.
E più amo la mia ombra che pare
lo svelto impaccio della mia stessa anima fra’ miei piedi.
Tanguy
Oggi esce Tanguy, la figurina di cartone che sorvola Lisbona… disegnata da Barbara Garlaschelli.
in un racconto su S-Diario che avevo iniziato a scrivere con Andrea Blasina
Amico immaginario
.
“Ascoltando Ella srotolare senza fine né freni i fili delle vicende di Mingus, ho capito che il bisogno di raccontare storie è profondamente radicato nella nostra mente, e inscindibilmente intrecciato ai meccanismi che generano e assorbono il linguaggio. L’immaginazione narrativa – e quindi la letteratura – è uno strumento evolutivo fondamentale per la sopravvivenza. Elaboriamo il mondo raccontando storie e produciamo conoscenza umana stringendo legami con dei noi immaginati”.
Aleksandar Hemon “Il libro delle mie vite” (2013)
T’immagini?
Sono molto felice per la menzione speciale al mio racconto “Non c’è limite al futuro” datami dalla giuria degli Sviaggiatori:
il link è qui: http://barbaragarlaschelli.wordpress.com/2014/04/03/timmagini-seconda-menzione-speciale/
Al Dunque
Il professor Alessandro Dunque entra a scuola, con il canonico pacco di compiti corretti da consegnare in classe. Questa volta la correzione non gli è pesata più di tanto, il “pacco” è stato la somma di tanti fogli leggeri, pieni di sogni, immagini e personaggi alieni. Gli alieni visti dai suoi studenti, quelli che potrebbero presentarsi da noi, non quelli con i quali hanno a che fare tutti i giorni in famiglia e a scuola e cioè noi, gli adulti. «Che cosa non bisognerebbe assolutamente fare di fronte agli alieni» questo il titolo del compito all’inizio dell’anno, per vedere come se la cavava questa sua nuova classe con la Lingua Inglese e anche con la fantasia.
“Ciao Al” gli sorride Anna in sala professori “Che cosa non faresti mai di fronte a un alieno?” la incalza lui “dimenticarmi di offrirgli il caffè, no?” le risponde lei, mentre si avvicinano alla macchinetta delle bevande calde. “Guarda, non cambierei questo lavoro nemmeno se un alieno me lo offrisse sulla sua straordinaria galassia” continua Al, con il caffè bollente fra le dita “tu pensa quanti pregiudizi avrei sulle nuove generazioni se non le potessi conoscere giorno per giorno”. Ma suona la campanella ed è ora di entrare nell’arena.
Finita la giornata Dunque ripensa ad alcune frasi scritte dai suoi studenti “Non farei loro mai la guerra” “Non fumerei, potrebbe ucciderli. Non inquinerei, potrebbero non sopravvivere” e la risposta della sua nipotina di sette anni “non li prenderei mai in giro”… insomma una specie di «non fare all’alieno quello che non vorresti fosse fatto a te», ognuno aveva costruito un alieno a immagine e somiglianza dei propri sogni per il bene del pianeta.
Al ripensa a una frase di Flaiano, sul fatto che passata la sorpresa anche un marziano diventa uno qualunque e si augura in cuor suo che non succeda mai, e che un alieno rimanga sempre tale.
Francesca E. Magni
Ecco
“Quella precisione, quel rigore, quelle uscite ed entrate matematiche degli attori, gli uni attorno agli altri, e che tracciano nello spazio scenico una vera geometria, pochi spettatori se ne sono resi conto, perché non si nota ciò che non si conosce […]”.
Antonin Artaud (a proposito de I Cenci)