fem

pourquoi il y a quelque chose plutôt que rien? (Leibniz)

Note Angeliche

  

Piccola canzone dei contrari

C’è un posto bianco e un posto nero chissà dov’è
per ogni volo di pensiero dentro di te
c’è un posto alto e un posto basso chissà dov’è
per un violino e un contrabbasso dentro di te
c’è un posto lepre e uno lumaca chissà dov’è
se scappi o dormi sull’amaca dentro di te
e un posto dove ci son io
C’è un posto uovo e uno gallina chissà dov’è
se non sai chi sia nato prima dentro di te
c’è un posto in pace e un posto in guerra chissà dov’è
in piedi o tutti giù per terra dentro di te
c’è un posto sano e uno malato chissà dov’è
e che il secondo sia passato dentro di te
e un posto dove ci son io
che cerco un posto tutto mio lì di fianco a te.

C’è un posto vino e un posto pane chissà dov’è
per quando hai sete oppure hai fame dentro di te
c’è un posto verde e un posto rosso chissà dov’è
per quel che resta o quel che passa dentro di te
c’è un posto vero e uno bugiardo chissà dov’è
per quando va la gatta al lardo dentro di te
e un posto dove ci son io.
C’è un posto tutto e un posto nulla chissà dov’è
per una donna e una fanciulla dentro di te
c’è un posto bello e un posto brutto chissà dov’è
non sempre si può avere tutto dentro di te
c’è un posto fermo e uno animato chissà dov’è
per come il mondo è disegnato dentro di te
e un posto dove ci son io
che cerco un posto tutto mio lì di fianco a te.

http://www.youtube.com/watch?v=azezhDJGJyw

 

 

 

Per ogni matematico

 

Per ogni matematico
c’è un senso d’infinito
nel dar la caccia ai numeri
già sfuggenti di per sé
c’è un sogno pitagorico
che a me non è servito
adesso che
nel due per tre
so cosa 6 per me

Per ogni matematico
che non si è mai pentito
d’aver sbagliato un calcolo
ch’è già grave di per sé
rimane un senso logico
che a me non è servito
adesso che
nel tre più tre
so cosa 6 per me.

Per ogni matematico
finisce l’infinito
se a confermar la regola
è l’eccezione di per sé
ma resta un caso unico
che a me non è servito
adesso che
nell’io più te
so cosa 6 per me.

 

 

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=CIgwlcKYsKE

giugno 22, 2008 - Posted by | numeri, sconfinamenti, scritte

20 commenti »

  1. Autore di questi e altri testi dell’ultimo Branduardi è Giorgio Faletti. Baci nel resto di domenica.

    Commento di efialte | giugno 22, 2008 | Rispondi

  2. mi dovete scusare, ma la seconda non mi piace. ma forse è solo quel 6-sei, che mi si ritorce contro.

    la prima invece è una bella ballata. tra l’altro, se qualcuno vuole sapere dove sono i posti lepre e lumaca, io qualcosa potrei dirvi. acqua in bocca, però.

    Commento di harvey | giugno 23, 2008 | Rispondi

  3. non conoscevo queste canzoni, ho trovato i testi in rete, quindi non so se quel 6 sia originale (e confesso di aver avuto la tentazione di trasformarlo in lettere! E di mettere però il simbolo matematico di “per ogni” nel titolo!!)

    E’ proprio Faletti quello nel video “Il giocatore di biliardo” http://www.youtube.com/watch?v=K1aNscjnoAA&feature=related (non ho letto “Io uccido”, prima o poi lo farò, credo)

    infine: c’è anche un posto coniglio? 🙂

    Commento di forzaelettromotrice | giugno 24, 2008 | Rispondi

  4. (a mo’ di Gibran)

    Se fossi un albero
    e potessi leggere il mio destino inciso nei cerchi
    che rigano il mio cuore
    e vedere che sarò culla di un bambino,
    non mi consolerei.
    Fossi un albero e scoprissi nel futuro
    che diverrei letto all’amore degli sposi
    non riuscirei a sorridere.
    Se io, albero, vedessi il saggio
    che riposa nell’ultimo abbraccio delle mie assi calde
    contro la terra,
    io resterei depresso.
    Niente potrà consolarmi ora che so
    che alla fine, tritato, fatto polpa
    e fatto foglio,
    verrò usato per stampare
    quell’abominio del libro di Faletti.

    efi per fem (e anche per fembis!)

    Commento di efialte | giugno 24, 2008 | Rispondi

  5. aspetterò il formato pirata in .pdf 😉

    Commento di forzaelettromotrice | giugno 24, 2008 | Rispondi

  6. Non so voi, ma per me le parole di una canzone sono solo dei suoni emessi dallo strumento voce che devo fondersi con quelli degli altri strumenti. Raramente presto attenzione al significato. A prova, le liriche di canzoni straniere delle quali, se non ci si impegna, non capiamo un tubo ma ci acchiappano comunque. Quelle poche volte che ho fatto la traduzione (vale anche per l’italiane), mi son spoetizzato. Ai tempi ho ascoltato le parole di Homburg – Procol
    Harum
    , mitico slow, e da allora ho spento il traduttore.

    (..your trouser cuffs are dirty
    and your shoes are laced up wrong
    you’d better take off your homburg
    ‘cos your overcoat is too long….)

    Ma che cacchio voglion dire?
    Meglio immergersi nella magia sonora e finita lì.

    Commento di sgt.Pepper | giugno 25, 2008 | Rispondi

  7. ecco. efialte. togliamo fem dalla brutta strada di leggere faletti.
    poi, se lo legge, la recuperiamo regalandole quell’enciclopedia sulla terra.

    Commento di harvey | giugno 25, 2008 | Rispondi

  8. e se vi dico che la mia vicina di casa mi ha lasciato un libro di Fabio Volo? Lei andava in vacanza e non lo aveva letto, così, per sapere che ne pensavo, così se mi piaceva lo leggeva anche lei. Però ho passato la settimana leggendo “L’anno della morte di Ricardo Reis” e “Storia di quasi tutto” (bellissimi!) e la mia amica torna domenica. Glielo renderò illetto.

    @Pepper: d’accordo per quanto riguarda le canzoni straniere, ma per quelle italiane il testo a volte è un deterrente anche se la musica è bella: nel senso che certe canzoni mi risultano inascoltabili a causa del testo troppo scemo e la musica purtroppo passa in secondo piano. Bisognerebbe proporre il “testo politico” come il “6 politico” in pagella degli anni ’70: che tutti cantino “la la la” a basta. Anche se è poco gratificante per il cantante.
    Ritornando a prima: se TP è in ascolto, potrebbe fare un fotomontaggio sonoro, cioè un audiomontaggio, nel quale ad esempio incastonare il testo di “trottolino amoroso” nella musica di “Yesterday”, così si capisce che cosa intendo… Lui e Joshua sono dei professionisti del doppiaggio (con frasi da schiantare dal ridere) in tempo reale su qualsiasi cosa che giri in TV (messa a volume zero)

    Commento di forzaelettromotrice | giugno 25, 2008 | Rispondi

  9. TP presente!

    Premetto che ascoltando l’Ivano Fossati di Discanto e Lindbergh o certe canzoni di Caetano Veloso ho imparato come sia possibile fare poesia cantando delle canzoni. Rimango conquistato da certe melodie, ma in genere per me ascoltare il testo delle canzoni è per me quasi doveroso. I bravi cantanti secondo me non devono recitare il testo, ma interpretarlo come i veri attori.

    Divertente l’idea di Yesterday. Mi ricorda quando alle feste per fare ridere suonavo You’ve got a friend, traducendo letteralmente il testo in italiano:
    “quando sei giù e sei stanco, e ti serve una mano amica, e niente – oh, no niente – sembra andar beneeeee…. ” 😉

    Commento di Teste Pensanti | giugno 25, 2008 | Rispondi

  10. […] | Tag: canzoni italiane, de gregori, letteratura Eredito un dibattito dal thread di un post su forzaelettromotrice. Se ancora non si capisce cosa sto scrivendo, siete persone normali e […]

    Pingback di Le canzoni, i testi. « E F I A L T E | giugno 25, 2008 | Rispondi

  11. Io la metto così. Chi utilizza la musica per far passare qualche messaggio, pretenziosamente poetico, commette una truffa, da condannare come abuso di buona fede.
    La poesia non ha bisogno di stampelle musicali.
    Forse

    Commento di sgt.Pepper | giugno 26, 2008 | Rispondi

  12. bene: un post sui contrari deve contenere commenti contrari, altrimenti si contraddice!!

    Efialte ha aperto una finestra di discussione da lui.

    Io invece sono finita nel 1984 dopo aver letto il post di Elio “Electric dreams” quindi il prossimo post è di tipo diaristico

    Commento di forzaelettromotrice | giugno 26, 2008 | Rispondi

  13. fem, questa è proprio bella. quando ho letto che la vicina ti ha lasciato il libro di volo prima di andare in vacanza ho pensato che sei una specie di piccolo pensionato dei libri che rischiano di essere abbandonati sull’autostrada.
    l’hai dunque tenuto in sbaguzzino a pane e acqua? è sopravissuto?

    Commento di harvey | giugno 28, 2008 | Rispondi

  14. un posto piccolo piccolo e molto cattivo, questo sbaguzzino.
    È il posto dove tengono le scope a Guantanamo, mi sa: le chances per il libro sono pari a zero.

    Here we go round the prickly pear
    Prickly pear prickly pear
    Here we go round the prickly pear
    At five o’clock in the morning.

    Between the idea
    And the reality
    Between the motion
    And the act
    Falls the Shadow

    Commento di efialte | giugno 29, 2008 | Rispondi

  15. sono al punto che lo avevo quasi perso; l’ho cercato ed era sulla mia scrivania sotto fogliame vario, la rivista di matematica Alice&Bob, la scatolina bianca di cartone dove tengo il portagesso (sono una prof all’antica) e il libro “L’inverno a Lisbona” di Antonio M. Molina preso gratis in biblioteca nello scatolone del book-crossing (ma lo leggerò? Adesso sono immersa nella Lisbona piovosa di Ricardo Reis di Saramago). Stasera la vicina torna e io le dirò che non ho avuto tempo per leggerlo (già, “il tempo Vola”). Ho ancora un libro di Mario Bianco che aspetta da un anno, devo fare la lista dei libri da leggere quest’estate. Adesso vado da fembis che ha qualcosa da dire (o da ricopiare)

    at five o’clock in the morning: very crudele.

    Commento di forzaelettromotrice | giugno 29, 2008 | Rispondi

  16. che ti dicevo, efialte?
    sabato un mio amico libraio mi ha regalato un libro, appunto, di cui non ricordo il titolo, né il sottotitolo ma, onestamente, mi ha detto che posso usarlo per accendere il camino. non ho capito la battuta. anche perché fa un caldo cane. potrei provocare qualche incedio doloso. o doloroso. vediamo.

    Commento di harvey | giugno 30, 2008 | Rispondi

  17. Anche incedio è carino, ricorda l’epicedio che Catullo dedicò al passer puellae suae, un carme funebre insomma. Incedio è il canto per un libro che non andava scritto e che torna alla cenere alla quale appartiene.
    Su quella storia di lesbia, vorrei che Mino Maccari avesse scritto quel che segue:

    puella
    tua sorella

    supplisco così ciò che Maccari deve avere dimenticato di appuntarsi (a volte manca un mozzicone, un bloc notes…)

    Commento di efialte | giugno 30, 2008 | Rispondi

  18. efi, tu devi essere davvero un oracolo.
    lesbia e catullo si sono conosciuti a verona, no?
    quattro anni fa ho fatto una specie di piccolo pellegrinaggio a sirmione a cercare i luoghi di catullo. ricordo che, scribacchiando, cercavo di fargli un poco il verso. ma era solo un verso, appunto.
    di un passero, credo.

    Commento di harvey | giugno 30, 2008 | Rispondi

  19. passero solitario
    cantando vai….

    anche qui avevo letto “incendio” e se non fosse stato per Efi, non mi sarei scottata! Che abbia sviluppato una forma di immunità ai refusi??

    Commento di forzaelettromotrice | giugno 30, 2008 | Rispondi

  20. e vabbé io mi arrendo ai refusi. ho deciso. definitivamente.
    fem me li corregge in automatico, ma non è che posso sperare sempre in tanta grazia.

    Commento di harvey | luglio 1, 2008 | Rispondi


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